Apicoltura: per me non è solo miele
Tutti pensano che apicoltura voglia dire fare miele, e normalmente è così: il 90% degli apicoltori italiani vive prevalentemente della produzione di miele.
Per me non è così, e non lo è mai stato.
Regine, nuclei e pacchi d’api: una vocazione della mia azienda
La produzione di miele è una parte importante, ma non prevalente del mio lavoro di apicoltore. Molto del mio tempo e dei miei alveari servono per la produzione di api regine, nuclei e famiglie di api, pacchi d’api.
La scelta del nomadismo: per arrivare prima degli altri
Fare nomadismo significa per me andare in aree dove posso garantire una produzione biologica, offrire molte varietà di mieli, ma è funzionale anche alla riproduzione delle api.
Già dai primi anni novanta avevo capito che se avessi puntato alla produzione di regine e alla riproduzione delle api avrei dovuto cercare un posto con un clima caldo anche in inverno. Per questo motivo per 25 anni ho portato buona parte dei miei alveari in inverno in Sicilia e dal 2014 nella Sardegna del sud.
In Sardegna gennaio, febbraio e marzo sono mesi di grandissime fioriture spontanee e tutta la campagna è verde e le api cominciano a lavorare.
In Lombardia posso iniziare a produrre regine se va bene il 10 di aprile, a Villaputzu faccio i primi traslarvi a metà febbraio, ho le prime celle da regina pronte alla nascita entro la fine di febbraio e le prime regine feconde alla fine della prima settimana di marzo. Questo significa offrire agli apicoltori quello che serve per la loro attività in anticipo su tutti gli altri.
Anche “Mastro Apicoltore”: per passione e per associazione
C’è un’altra attività alla quale dedico molto tempo: il lavoro associativo.
Sono stato presidente dell’Aapi – Associazione apicoltori professionisti italiani, e di Apilombardia; faccio parte, come invitato, al consiglio direttivo di Unaapi – Unione nazionale associazioni apicoltori italiani – e sono socio di Aissa – Associazione italiana per la selezione e la salvaguardia di Apis mellifera.
Partecipo a molte attività per diffondere la cultura apistica. E anche in azienda organizzo corsi per “Apprendisti Stregoni”: apicoltori che vogliono intraprendere l’attività in modo professionale, fra i quali seleziono i più motivati per periodi di stage in azienda.
Ogni anno almeno 3 o 4 apicoltori fanno la stagione con me: un lavoro durissimo e in cambio i tutti segreti del mestiere dalle elementari all’università. E se mi guardo in giro non bastano le dita di due mani, due volte, per contare i colleghi che adesso campano di apicoltura e che hanno iniziato la loro esperienza qui.