
Apimondia: cose turche
Mancava mezzo mondo.
Me lo ero messo in agenda da marzo: Apimondia, 45° Congresso di Apicoltura Mondiale, un appuntamento da non perdere: vado al più importante incontro di apicoltura mondiale, dal 29 settembre al 4 ottobre, e intanto mi vedo Istanbul. Ma, con mia grande sorpresa, mezzo mondo l’ha disertato, un po’ per la psicosi da attentato, ma forse anche per motivi politici. Non c’erano i più importanti Paesi europei, gli Stai Uniti, l’America Latina. In compenso molti Cinesi.
Turchia: 8 volte le nostre api.
Ma perché proprio in Turchia? Semplice: hanno 8 volte le nostre api, 4 volte quelle degli USA. Un territorio molto favorevole per l’apicoltura: si va dal caldo mediterraneo dell’Egeo, al caldo umido del Mar Nero, e si arriva sino al Caucaso che ha vegetazioni di tutti i tipi.
E quindi grande qualità, penserete voi. Proprio per nulla! Con altri apicoltori italiani ho visitato gli impianti del più grande invasettatore della Turchia, quarto nel mondo: pensate, fa tre volte il miele totale italiano. Quantità incredibile, ma la qualità … lasciamo perdere. Da tutte quelle varietà di fiori solo 5 tipi di miele, sempre liquido, evidentemente troppo scaldato. Peccato!
E 3 volte i nostri prezzi
Rientrati a Istanbul, ci siamo detti: andiamo a fare un giro per negozi, per vedere a che prezzi vendono. E qui la grande sorpresa, ammetto piuttosto gradevole: 30 euro al kilo. Uno sproposito se si raffronta con i prezzi e i salari locali. Perché? Ce lo siamo chiesti, ma non abbiamo saputo darci una risposta.
L’unica cosa certa è che Istanbul è una città fantastica. A differenza del miele turco.
